Fu uno degli eventi più tragici avvenuti in Inghilterra tra nel XVII secolo, e l'ultima grande epidemia di peste in Inghilterra: il suo impatto (in quanto a tasso di mortalità e vittime) fu minore rispetto alla Morte Nera del 1348, ma viene ricordata come ''Grande'' perché fu l'epidemia più mortale e virulenta dopo 300 anni, nei quali, è vero, vi erano periodicamente ondate di peste, ma mai come quella del 1665-1666 (dopo ci sarà pure un'altra catastrofe, il Grande Incendio, del quale però non parlerò oggi). Come anche in altre città europee del periodo, le epidemie erano comuni nella Londra del XVII secolo, e vi furono molte ondate di peste in quel periodo: 33.747 morti nel 1603, 41.313 nel 1625 e 10.000 nel 1636, soltanto per citare gli eventi più significativi. Londra, a quell'epoca, era una città molto più piccola di quella che è adesso ma contava già 350.000-400.000 abitanti. Eccetto le zone di Westminster e delle residenze aristocratiche, nel resto dei quartieri popolari c'era pochissima igiene, tra quartieri sovraffollati e rifiuti per le strade e la puzza, specie in alcune zone, era tremenda. Il governo municipale (la City Corporation) dovette impiegare dei rastrellatori (rakers) per rimuovere la sporcizia dalle strade. L'aristocrazia abitava nel quartiere West End, soprattutto sotto gli Stuart. L'amministrazione della città era nelle mani del Lord Mayor, ma sia all'interno, che all'esterno della City, vi erano le cosiddette liberties, aree di varie dimensioni alle quali era concesso autogoverno: infatti troviamo la dicitura ''the City and the liberties''. Westminster era una delle liberties, così come la zona della Torre di Londra. I resoconti ci riportano che nell'inverno 1664-1665 ci furono diversi casi di peste; l'inverno era freddo, il terreno ghiacciava da dicembre a marzo e pure il Tamigi ghiacciò due volte. Il freddo tuttavia fermò la malattia. Non è chiaro esattamente dove la malattia abbia colpito per la prima volta, ma il contagio iniziale potrebbe essere arrivato con navi mercantili olandesi che trasportavano cotone da Amsterdam, devastata dalla peste nel 1663-1664, con circa 50.000 morti. Ad aprile del 1665 (tra il 18 e il 25 aprile) ci furono due morti di peste, nella zona di St. Giles in the fields. E altri 9 morti agli inizi di maggio. Le autorità non adottarono misure di controllo all'inizio, ma successivamente il Consiglio Privato decise di introdurre la quarantena, e anche il re Carlo II emise un ordine in tal senso. Scoppiarono sommosse nel quartiere di St. Giles, dopo i sigilli apposti ad una casa (i rivoltosi catturati furono duramente puniti). Con l'arrivo del caldo la malattia incomincia a guadagnare forza. La gente cominciò a spaventarsi. Già nel periodo 30 maggio-6 giugno 1665 si contarono 43 morti, dal 6 al 13 giugno 112 morti (68 casi, il 61%, a St.Giles), dal 27 giugno al 3 luglio si contarono 470 morti (149 a St.Giles, 55 a St. Martin in the fields, 26 a Westminster), dal 4 luglio all'11 luglio 728 morti, dall'11 al 18 luglio 1.094, mentre nel periodo 25 luglio-1 agosto eravamo già a 2.013 morti. Dal 4 luglio al 1 agosto si erano già contati (secondo i resoconti ufficiali) 5683 morti (211 morti al giorno). Ad agosto l'intensità della peste aumentò e si contarono (dal 1 al 29 agosto) 17.118 morti, mentre a settembre si raggiunse il picco di 7.195 morti tra il 12 e il 19 settembre. Nel frattempo il re e i nobili si erano già allontanati dalla città e solo sacerdoti e medici fecero fronte davanti all'epidemia. Va detto che i resoconti ufficiali che ho usato per le cifre dei morti sono numeri incompleti (molte vittime non furono neppure registrate, perché appartenente a gruppi come Quaccheri, Anabattisti, Ebrei, e diversi registri furono perduti con il Grande Incendio). Dal 19 al 26 settembre i morti diminuirono a 5.568 (-22,6% rispetto alla settimana precedente), e l'epidemia entrò in fase calante (dai 4.355 morti fra il 3 ed il 10 ottobre si passò ai 2.678 della settimana successiva), anche se solo nella settimana tra il 14 e il 21 novembre i morti scesero sotto quota 1000, a 657. Il numero di morti per settimana scese sotto quota 300 a dicembre. Secondo i resoconti ufficiali ci furono 68.594 morti, ma tale cifra è molto distante dalla realtà: le stime più probabili parlano di 100.000-150.000 morti (il 25-30% della popolazione di Londra in quell'epoca). Il batterio che ha provocato l'epidemia, come confermato da recenti studi sui cadaveri delle fosse comuni (2016) è lo Yersinia Pestis, quindi fu proprio peste bubbonica.
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