I Gesuiti, ordine religioso fondato nel XVI secolo da sant'Ignazio di Loyola, a partire dalla seconda metà del Settecento, subirono una vera e propria persecuzione in Europa che comportò l'espulsione della Compagnia di Gesù da Portogallo, Spagna, Francia, Malta, Polonia e Lituania, Napoli e Parma e lo scioglimento della Compagnia da parte del papa Clemente XIV nel luglio 1773. L'ondata persecutoria iniziò in Portogallo, paese cattolico, grazie ad un primo ministro ''illuminato'', il marchese di Pombal Sebastião José de Carvalho e Melo. Egli era stato nominato primo ministro dal re Giuseppe I nel 1755. Il marchese di Pombal aprì la disputa con i Gesuiti per una questione riguardante le colonie. In base ad un trattato segreto con la Spagna (Trattato di Madrid), risalente al 1750, il Portogallo avrebbe ceduto la Colonia del Sacramento, situata alla foce del fiume Uruguay, alla Spagna. Quest'ultima in cambio avrebbe ceduto al Portogallo le 7 reducciones dei gesuiti (missioni autonome dell'ordine). I nativi guaranì, che vivevano nelle reducciones, ebbero l'ordine di abbandonarle. I guaranì si ribellarono contro questo trasferimento forzoso e scoppiò la guerra guaranì (che si concluse chiaramente a sfavore delle popolazioni native). Durante la guerra (febbraio 1756) scoppiò inoltre uno scontro politico interno in Portogallo, tra coloro che attaccavano e coloro che difendevano la Compagnia. Come conseguenza della guerra nelle colonie, i padri gesuiti che amministravano le missioni vennero espulsi e costretti a rientrare in patria. In aggiunta, il re Giuseppe I li allontanò dalla corte. Il 1° aprile 1758 il marchese di Pombal persuase il papa Benedetto XIV a nominare il cardinale Saldanha come investigatore nelle accuse mosse ai gesuiti. Il papa era fortemente scettico nei confronti delle accuse ma condusse un indagine per cercare di salvaguardare la reputazione dei Gesuiti (pretese che le questioni più importanti e i risultati gli fossero corrisposti direttamente). Il papa, già anziano, morì il 3 maggio. Il 15 dello stesso mese il cardinale Saldanha dichiarò i Gesuiti responsabili di ''aver esercitato un commercio illecito, pubblico e scandaloso''. Saldanha, tuttavia, omise il fatto che era stata ordinata un'ispezione e sentenziò su punti che il papa aveva riservato per sé. Pombal implicò i gesuiti nell'affare Tavora, un tentativo di assassinio ai danni del re avvenuto il 3 settembre 1758 (i collegamenti tra i gesuiti e il tentativo di attentato non sono mai stati provati) ed il 19 gennaio 1759 Pombal firmò personalmente un decreto con il quale fece sequestrare tutte le proprietà dei gesuiti nei domini portoghesi e nel settembre 1759 espulse tutti i padri gesuiti portoghesi, rimandandoli nello Stato della Chiesa, ma mantenne quelli stranieri nelle carceri. Tra gli arrestati vi fu anche Gabriel Malagrida, il confessore gesuita di Leonor di Távora, accusato di crimini contro la fede cattolica (due trattati visionari falsamente attribuiti al religioso). Malagrida venne condannato a morte nel 1759 (venne strangolato e poi bruciato sul rogo) e l'ordine venne civilmente soppresso in tutto il Portogallo. L'ambasciatore portoghese venne richiamato da Roma e il nunzio pontificio espulso (fino al 1770 furono interrotti i rapporti tra il papa ed il Portogallo).
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